May 29, 2012

Episode #5



"Ciao, siete voi gli assistenti del vecchio sciamano? Mi dovete aiutare…"
"… A TROVARE TUO NONNO" continuano in coro i tre aiutanti, con l’aria svogliata di chi sa già che un noioso compito l’aspetta.
Jenny è stupita e chiede informazioni: "come fate a saperlo? Cosa sapete di nonno Fussi?".
Il giovane daino, che ha l’aria di essere il capogruppo, si fa avanti: "Qui le voci guizzano veloci, lo abbiamo sentito dire dai pesci. Tuo nonno è sparito, tu lo stai cercando e ti serve una mano"
"e questo è il genere di scocciatura che il vecchio strampalato ci rifila quando vuole farci lavorare" puntualizza la volpe, ma il gufo le rivolge uno sguardo accigliato, dopotutto la bambina non ha colpa e non è questo il modo migliore di presentarsi!
Posate le canne da pesca e  messo qualche pesce in un fagotto, i tre si incamminano per un sentiero che taglia attraverso le dune e si dirige verso l’interno.
Procedendo, la vegetazione attorno a loro gradatamente aumenta, sabbia e arbusti rinsecchiti cedono il posto a erba verde e cespugli rigogliosi finchè il sentiero non conduce la comitiva sotto ad una gigantesca porta con colonne dorate a forma di palma e il tetto ornato da corna di animali e statue di scimmia. 


Una foresta fitta e lussureggiante li inghiotte non appena varcata la soglia e i 4 si ritrovano a camminare nel verde, avvolti da profumi di fiori e richiami di animali sconosciuti. Mille colori e strane piante attirano l’attenzione di Jenny, che si ferma in continuazione facendo perdere il passo agli altri. "Ehi, conosco questo fiore! Come si chiama ragazzi?"
Daino, più avanti, risponde senza prestarle troppa attenzione: "Non ne ho idea, ma è impossibile che tu lo abbia già visto, nel tuo mondo quella pianta non esiste." Ma Jenny è sicura di aver visto alcune di quelle piante negli erbari del nonno e la cosa le sembra molto strana.
Volpe la richiama nuovamente: "Non rimanere indietro o ti perderai, e in questo labirinto di piante non ti ritroveremmo più. Come quella volta che abbiamo perso quel tizio che voleva consultare l’ Oracolo. Che poi non serve un veggente per sapere che se ti attardi nella giungla potresti fare una brutta fine! Fatto sta che le uniche cose che riuscimmo a ritrovare furono le sue scarpe. Vi ricordate come si infuriò il Vecchio?".
"E chi se lo scorda? Al solo pensiero mi si rizzano ancora le penne. Per punizione ho dovuto spazzare con la scopa di saggina tutta la sabbia dalla spiaggia!" dice Gufo.
I tre scoppiano a ridere e si danno pacche sulle spalle, poi si voltano verso Jenny.
Ma sul sentiero lei non c’è. Gufo , Daino e Volpe sono increduli e subito corrono indietro a cercarla "Stavolta il mandrillo ci fa svuotare l’oceano con il cucchiaino da tè!"


Distratta dalle meraviglie della selva, Jenny non si è accorta di essersi allontanata troppo dalle sue guide, fino a perdersi nella fitta vegetazione. Dal calice di un’ enorme campanula esce una melassa dolce e vischiosa dall’aspetto invitante. Jenny affonda il dito nel liquido zuccherino e lo assaggia: sembra lo sciroppo d’acero che il nonno le versa sui pancake la domenica mattina, quando fanno colazione nella veranda.
Sta per prenderne ancora quando un fruscio tra le foglie la fa sobbalzare e guardandosi attorno si accorge di non vedere più i suoi amici.
"Ragazzi, dove siete?". Nessuno le risponde ma qualcosa si avvicina, facendo muovere le foglie. "Daino, Volpe, siete voi? Non è divertente!".
Una voce sconosciuta e dall’accento straniero le risponde tra il fogliame:
"Ti sei persa piccola matrioska?".
"No no, i miei amici sono poco distanti" risponde Jenny scrutando con lo sguardo tra i cespugli.
"Dah, dah. Capisco". Una gigantesca volpe dal pelo bianco esce dalla fitta vegetazione e le va incontro. La pelliccia è di un bianco accecante e  i suoi occhi enormi la fissano intensamente, facendola sentire ancora più piccola.
"Dove stai andando, belinka? Ti posso accompagnare io, sai, giungla può essere molto pericolosa!" continua la volpe girandole attorno e costringendo Jenny a indietreggiare di qualche passo. "Non ti preoccupare, come ti ho detto i miei amici mi stanno raggiungendo: ragazzi, sono qui, dai, sbrigatevi!".
Ma la volpe le va più vicino e Jenny indietreggia ancora preoccupata, fino a trovarsi con le spalle appoggiate ad un albero. 
"Allora, mentre li aspettiamo che ne dici se mi faccio uno sputino prima di vodka digestiva?" e annusa la bambina leccandosi i baffi.
L’albero la blocca e Jenny non ha scampo, alza gli occhi alla disperata ricerca di un appiglio, una liana, qualsiasi cosa le permetta di scappare dalle fauci dell’animale che la stanno per addentare. Ma sembra non ci sia più nulla da fare e Jenny lancia un grido, quando un improvviso soffio di vento fa muovere le fronde dell’albero ed un raggio di sole penetra tra le foglie colpendo la fronte della bambina. Il segno di madreperla fattole dallo Sciamano inizia a brillare e la volpe indietreggia infastidita: "Niet! Potevi dire a me che eri stata dal vecchio scimmione. Mi hai fatto perdere solo tempo!" e voltatasi indispettita le grugnisce un Dasvidania prima di sparire tra i cespugli.


Guidati dal grido di Jenny, Daino Volpe e Gufo, preoccupatissimi, hanno finalmente trovato la direzione da seguire e in poco tempo la raggiungono.
Jenny è ancora irrigidita dalla paura ma si rincuora alla vista dei tre amici.
"Eccovi qua! Adesso arrivate? Fosse stato per voi a quest’ora sarei già  finita in un sol boccone nella pancia di quella perfida volpe bianca, accompagnata da un bicchiere di vodka". "Volpe bianca? Vodka? Hai incontrato la zia Pavlova!" esclama Volpe. "Non sapevo fosse tornata dalla Russia. Diceva che si era scocciata di questo caldo afoso e preferiva la sua steppa spazzata dai venti". "Diceva anche di essere vegetariana…" aggiunge ironico Daino, e Gufo lapidario: "Diceva anche di aver smesso di bere!".

Il sole si sta abbassando e la compagnia, stanca, decide di rimanere lì per la notte e si adopera per accendere un piccolo fuoco sul quale arrostire i pesci portati da Daino e tenere lontani gli ospiti sgraditi. I quattro si rilassano scherzando e ridendo della loro avventura davanti al falò, prima di crollare addormentati dalla stanchezza. Dopotutto è stata una giornata intensa.





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